LA FOTOGRAFIA DELL’ETSC - European Transport Safety Council.
L’incidentalità urbana. Il focus sui dati 2017.
Sono i pedoni, i ciclisti e i motociclisti le principali vittime della strada nelle città europee. Il 70% di morti e incidenti gravi nelle aree urbane d’Europa coinvolge, infatti, proprio gli utenti deboli della strada: i morti sulle strade cittadine sono per il 40% pedoni; 18% motociclisti e 12% ciclisti, mentre i feriti gravi sono equamente distribuiti tra pedoni (25%), motociclisti (22%) e ciclisti (23%). I passeggeri delle automobili costituiscono, invece, il 25% di tutte le morti su strade urbane.
È quanto emerge dal report Safer Roads, Safer Cities: How to improve urban road safety in the EU, pubblicato dall’European Transport Safety Council per restituire la fotografia della sicurezza stradale nel dinamico e innovativo contesto delle città europee: 9500 persone uccise sulle strade urbane nel 2017, con una media di 26 persone per milione di abitanti.
Il documento, che analizza i più recenti dati in materia di sicurezza stradale urbana in UE e altri Paesi che aderiscono all’ETSC Road Safety Performance Index (PIN) programme, ha evidenziato il gap in termini di sicurezza tra i vari Paesi dell’Unione europea. La mortalità sulle strade urbane è maggiore in Romania, dove ogni anno muoiono 105 utenti della strada per milione di abitanti, quattro volte la media UE. Tra i Paesi virtuosi la Svezia, con circa 9 persone per milione di abitante, gli UK (11), i Paesi Bassi (13), Irlanda e Spagna (14). I progressi migliori nel ridurre il numero di morti sulle strade urbane si sono registrati in Lettonia, Grecia, Portogallo e Polonia.
Il report dettaglia come le morti su strada nel contesto urbano siano diminuite di circa la metà rispetto al tasso di decrescita registrato sulle strade rurali nello stesso periodo (2010-2017). Se la mortalità, infatti, è diminuita in media del 2,2% sulle strade urbane tra il 2010 e il 2017, i dati registrati in area rurale mostrano una decrescita pari al 3,9%, con uno scarto percentuale di circa 1,7%. Da qui l’urgenza per l’Unione europea e per i Paesi europei di dare priorità al tema della sicurezza sulle strade urbane nella prossima decade e la necessità di affrontare la sfida di imporre limiti di velocità che garantiscano la sicurezza di tutti i cittadini, in particolar modo gli utenti deboli della strada.
Un’urgenza tradotta in più di 20 raccomandazioni indirizzate all’UE, ai singoli Paesi e alle città che tengono conto dei cambiamenti che stanno intervenendo nel contesto della mobilità urbana e del loro impatto sulla sicurezza delle strade cittadine.
Aggiornamento giugno 2019.
L’Irlanda modello di sicurezza stradale per l’Unione europea.
È l’Irlanda il Paese da prendere come esempio virtuoso di sicurezza stradale. Il Paese ha vinto, infatti, l’ETSC PIN Award 2019, il riconoscimento che ogni anno premia i Paesi europei che dimostrano continui progressi nella sicurezza stradale insieme a un approccio strategico nell’affrontare la sfida di rendere le strade europee più sicure.
Guardando al 2018, l’Irlanda è stato il secondo Stato Membro dell’Unione europea più sicuro in termini di mortalità sulle strade (morti per milione di abitanti). Dal 2010 al 2018 il Paese ha scalato ben cinque posizioni nel ranking della sicurezza nei Paesi europei, grazie alla drastica riduzione di morti sulle strade (circa il 30% ogni anno).
Risultati importanti, raggiunti attraverso la creazione della Road Safety Authority (RSA), un piano strategico a lungo termine volto a target specifici e un approccio multi-agenzia nell’affrontare il problema della sicurezza sulle strade. Azioni specifiche sono state messe in campo per combattere l’eccesso di velocità e la guida in stato di ebbrezza.
Cerca qui i video di sensibilizzazione alla sicurezza stradale promossi dalla RSA.
Aggiornamento giugno 2019.
Sicurezza stradale in Europa. Il ranking aggiornato degli Stati europei.
25.047 persone uccise sulle strade europee nel 2018: le morti per incidentalità stradale in Europa sono diminuite solo dell’1% lo scorso anno, con una decrescita del 4% negli ultimi 5 anni. I numeri sono quelli del report annuale “ETSC Road Safety Performance Index” che mostra come la sfida di dimezzare la mortalità sulle strade entro il 2020 sia sempre più difficile da vincere.
L’ obiettivo richiederebbe una riduzione annuale delle morti su strada del 21% tra il 2019 e il 2020, riduzione senza precedenti. Al contrario, molti Stati Membri dell’UE hanno deprioritizzato il tema della sicurezza stradale negli ultimi anni con tagli agli organi di polizia e minori investimenti in infrastrutture più sicure.
Solo 16 Paesi su 32 monitorati sono riusciti a diminuire la mortalità stradale nel 2018: il miglior risultato è stato raggiunto dalla Slovacchia con una decrescita del 17%, cui seguono Israele (13%), Slovenia (12%), Lituania (11%) e Bulgaria (10%). Gli altri Stati hanno registrato uno stop o una crescita della mortalità.
Morti e feriti gravi in EU sono un numero ancora inaccettabile: 500 morti ogni settimana che possono essere equiparati alla caduta di 3 Boing 737 con relativa morte di tutte le persone a bordo. Numeri che hanno portato in primo piano la necessità di un’azione forte a livello UE: a maggio 2018 la Commissione europea ha adottato l’ “EU Strategic Action Plan for Road Safety” orientato a dimezzare le morti su strada entro il 2030, attraverso una serie di azioni volte a cambiare le regole dei trasporti in Europa, come nuovi standard di sicurezza dei veicoli, nuove regole sulla gestione della sicurezza infrastrutturale e una strategia per la guida automatica.
Aggiornamento giugno 2019
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