Approfondimento su omicidio stradale
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Approfondimento su omicidio stradale

Sulla base dei dati ACI-Istat sappiamo che nel 2015 il numero delle vittime di incidente stradale, per la prima volta dal 2001, è aumentato rispetto al 2014 (+1,4%). Almeno un terzo di questi è riconducibile alla fattispecie «omicidio stradale». Nello stesso anno, i feriti registrano invece una flessione del 1,7%. I costi sociali dell'incidentalità stradale ammontano per l'anno 2015 a 17,5 miliardi di euro.
Gli incidenti stradali e gli infortuni sul lavoro, ogni anno, oltre ad un numero elevato di vittime provocano, un numero notevolmente più elevato di invalidi gravi, molti di questi impossibilitati a camminare.
Nel quadriennio 2012-2015, in Italia i feriti gravi in incidente stradale sono stati in media 23,8 ogni 100 mila abitanti e dal 2014 al 2015 sono aumentati del 6,4%.


 


Stando ai dati ANIA, i feriti gravi (superiori ai 9 punti percentuali) sono intorno ai 25 mila.


La pirateria stradale diventa sempre più violenta registrando nel 2015 ben 146 morti, contro i 119 dell'anno precedente (+22,7%) e 1.254 feriti (+2,4%). Ad essere colpite sono soprattutto le fasce più deboli della popolazione, bambini ed anziani.

 


Comprensibilmente pertanto, il complesso e tormentato iter legislativo del provvedimento (Legge n. 141/2016) finalizzato all'introduzione dell'omicidio stradale e delle lesioni stradali gravi e gravissime come figure autonome di reato è stato caratterizzato da forti pressioni mediatiche, alimentate da episodi di cronaca anche molto gravi, episodi che hanno avuto, in sede giudiziaria, epiloghi con condanne ritenute dai più troppo miti e non adeguate dal punto di vista della deterrenza. Inoltre, la giurisprudenza è stata per molti anni caratterizzata da una certa oscillazione nella qualificazione giuridica dei sinistri più gravi.
L'inserimento nel nostro ordinamento giuridico del reato di omicidio stradale che è divenuto ora un reato autonomo, e di quello di lesioni personali stradali, è parte di un intervento normativo più ampio nell'ottica di implementare, rendendola più rigorosa, la normativa sanzionatoria prevista nel codice penale in tema di omicidio colposo e lesioni personali colpose commessi con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale.

La materia presenta complesse e delicate problematiche, tenuto anche conto delle scelte discrezionali previste nella nuova normativa in capo alla magistratura ma anche alla polizia giudiziaria. Occorre poi, dal nostro punto di vista, riflettere anche sui possibili impatti della normativa sul business assicurativo.

Si rilevano, in particolare, i seguenti profili di attenzione:

  • tre i gradi di gravità quando l'incidente procura la morte di una persona – resta la pena già prevista oggi (reclusione da 2 a 7 anni) nell'ipotesi base, quando cioè la morte sia stata causata violando il Codice della Strada.
  • In particolare si prevede la reclusione da 5 a 10 anni nel caso in cui chi commette il reato abbia un tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l oppure abbia causato l'incidente per condotte di particolare pericolosità (eccesso di velocità, guida contromano, infrazioni ai semafori, sorpassi e inversioni a rischio).
  • La reclusione sale a 8 sino a 12 anni in caso di ebbrezza grave, con un tasso alcolemico oltre 1,5 grammi per litro, o sotto effetto di droghe
  • Le sanzioni sono aggravate anche in caso di lesioni stradali: se il sinistro è causato da manovre pericolose scatta la reclusione da un anno e 6 mesi a 3 anni per lesioni gravi e da 2 a 4 anni per le gravissime. Per chi guida sotto l'effetto di alcool, sopra la soglia dello soglia 0,8 g/l, o di droghe e causa lesioni gravi la pena è compresa tra i 3 e i 5 anni mentre per quelle gravissime tra i 4 e i 7 anni.
  • Le pene previste sono ancora più severe in caso di fuga dopo l'incidente.
  • Ulteriori aggravanti sono comminate se vi è la morte o lesioni di più persone oppure se si è alla guida senza patente o senza assicurazione.
  • La nuova patente conseguibile solo dopo 15 anni (omicidio) o 5 anni (lesioni), termine aumentato nelle fattispecie più gravi (ad es. se il conducente è fuggito dopo l'omicidio stradale, si arriva a 30 anni dalla revoca).
  • I termini di prescrizione per il reato di omicidio stradale risultano raddoppiati.
  • Per i casi più gravi è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza.
  • La tutela legale diventa particolarmente onerosa per colui il quale commette il reato ed in caso di condanna si può arrivare ad una pena massima molto severa.
  • Il giudice delle indagini preliminari (o il pubblico ministero in caso di urgenza) può ordinare il prelievo coattivo di campioni biologici.
     

Nel contesto normativo su esposto è chiaro che esiste l'eventualità di penalizzare fortemente soggetti che, anche in presenza di una condotta alla guida sempre prudente e senza aver mai commesso un reato, vengano indagati per la fattispecie aggravata (ad es. passaggio con il semaforo rosso in ambiti urbani ad elevata congestione di traffico).

La Fondazione ANIA ha avviato un percorso di assistenza e supporto delle vittime di incidente stradale che le aiuti sia a superare il trauma dell'evento sia a migliorare la loro qualità della vita e quella dei loro familiari, attraverso percorsi di sostegno psicologico professionale e specifico e con la messa a disposizione di alcuni esoscheletri per la riabilitazione dei soggetti lesi e paraplegici.


Fonte: Istituto Superiore della Sanità

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