Orizzonte ONU 2020
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Centro di documentazione sulla sicurezza stradale

Orizzonte ONU 2020

L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato per il 2011-2020 il "Decennio mondiale per la sicurezza stradale", fissando un nuovo obiettivo: dimezzare il numero delle vittime della strada a livello mondiale. Questo significa che, fino al 2020, i Governi e le istituzioni internazionali dovranno impegnarsi con azioni concrete per ridurre del 50% i decessi sulle strade di tutto il mondo e salvare 5 milioni di vite, evitare 50 milioni di lesioni e risparmiare 3 trilioni di dollari.

Cinque i pilastri alla base del Decennio mondiale per la sicurezza stradale: gestione della sicurezza stradale, strade più sicure e mobilità, veicoli più sicuri, utenti più sicuri, gestione del post-incidente.

In questo contesto, l'Organizzazione Mondiale della Sanità gioca un ruolo chiave nella promozione globale della sicurezza stradale, incoraggiando la diffusione delle migliori pratiche nella prevenzione dell'incidentalità e nella raccolta di dati, condividendo le informazioni sui principali fattori di rischio e su come agire per ridurli e attirando l'attenzione sulla necessità di un maggior finanziamento alla causa della sicurezza stradale. Nel documento Saving millions of lives. l'OMS riepiloga gli obiettivi del Decennio e il proprio ruolo.

Lo strumento ufficiale per monitorare le azioni e i risultati raggiunti globalmente nella cornice del Decennio Mondiale per la sicurezza stradale è il WHO Global Status Report on Road Safety, (ultima edizione 2015) che raccoglie  le informazioni provenienti da 180 Paesi, fotografando la situazione della sicurezza stradale in tutto il mondo e mettendo in evidenza le lacune e le misure necessarie al miglioramento della sicurezza sulle strade a livello globale. Nel 2017 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato Save LIVES a road safety technical package sintetizzando le principali misure (6 strategie e 22 interventi) che possono ridurre significativamente gli incidenti stradali e le morti su strada, con particolare riferimento alla gestione della velocità, alla leadership, alle infrastrutture, agli standard di sicurezza delle vetture e al rafforzamento della legislazione sul traffico e sul post-incidente.

Inoltre, l'OMS diffonde periodicamente pubblicazioni, report e statistiche sul tema della sicurezza stradale, dei principali fattori di rischio e delle azioni da prevedere per combattere la mortalità sulle strade di tutto il mondo.

Lo scenario europeo  
Nel 2010 l'Unione europea non è riuscita a raggiungere l'obiettivo di dimezzare il numero delle vittime sulle strade, fissato nel 2001 a Lisbona. Nonostante ciò, sono stati realizzati grandi progressi nel campo della sicurezza stradale. Il piano d'azione (2001-2010) ha rappresentato una forte spinta all'azione per l'UE e per i singoli Stati membri, incentivando gli sforzi volti a migliorare la sicurezza stradale a 360 gradi. A titolo di esempio, nel passato decennio il numero di incidenti mortali è diminuito del 43% circa ed è inoltre diminuito il livello medio di vittime di incidenti stradali per milione di abitanti, passato da 113 nel 2001 a 63 nel 2010 per tutti gli Stati membri dell'UE. 
Per consolidare il successo del programma europeo 2001-2010, L'Unione europea ha promosso gli Orientamenti UE 2011-2020 per la sicurezza stradale, definendo una serie di iniziative intese essenzialmente a migliorare la sicurezza del veicolo, la sicurezza dell'infrastruttura e il comportamento degli utenti della strada attraverso una combinazione di misure: cooperazione, condivisione delle migliori pratiche, ricerca e studi, campagne di sensibilizzazione e, dove necessario, misure normative. 

Tali iniziative mirano a:

  • Diffondere una strategia europea di educazione e formazione in materia di sicurezza stradale,
  • Attuare una normativa europea affinché tutti i cittadini siano sanzionati allo stesso modo per violazioni di norme stradali,
  • Incoraggiare i Paesi UE ad applicare le norme in vigore nella rete viaria principale anche ai contesti rurali,
  • Promuovere il riconoscimento delle revisioni in tutti i Paesi europei,
  • Accrescere la sicurezza degli utenti più deboli della strada,
  • Perfezionare gli strumenti per la registrazione e l'analisi degli incidenti .

Il Road Safety Vademecum, pubblicato annualmente dalla Commissione Europea (ultima edizione 2016) presenta una panoramica dello stato della sicurezza stradale nei diversi Paesi dell'Unione Europea e delle azioni messe in campo dai governi per rispondere agli obiettivi posti per il 2020.

 

Lo scenario italiano
Nel 2010 l'Italia ha raggiunto una diminuzione del numero delle vittime della strada "solo" del 42,4%, di poco inferiore alla media europea (-42,8%). Ad aggravare la situazione italiana anche il valore assoluto dei morti sulle strade: con 4.090 morti, il Bel Paese nel 2010 aveva il numero più alto rispetto a tutti gli altri paesi dell'EU28. 
Per il nuovo traguardo fissato per il 2020, l'Italia articola il proprio piano d'azione in base alle linee guida dettate dalla Commissione Europea, dettagliandolo sullo specifico delle proprie peculiarità socio-demografiche.
Gli ultimi dati disponibili (ACI-ISTAT 2016), indicano che dal 2010 l'Italia ha registrato una riduzione delle vittime del 20,2% circa, un risultato migliore della media europea - che si attesta su 18,6% - ma comunque, ancora molto lontano dal raggiungimento dell'obiettivo prefissato per il 2020.

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